in collaborazione con UTILITATIS

 

 

Le Utilities italiane per la transizione ecologica e digitale
Rapporto Sostenibilità 2021

 
PROMUOVIAMO LA CULTURA DELL’INNOVAZIONE.
Ci occupiamo della filiera dell’acqua, della valorizzazione del ciclo dei rifiuti e di energia, per accompagnare il Paese verso la transizione ecologica e digitale. Siamo la Federazione che riunisce oltre 400 imprese nei servizi pubblici in Italia, con un valore della produzione superiore al 2% del PIL nazionale, per garantire ai cittadini servizi efficienti ed accessibili.
 
     
IL RAPPORTO

Scarica il rapporto 2021(pdf)
 Scarica il rapporto 2020 (pdf)
 Scarica il rapporto 2019 (pdf)
 Scarica il rapporto 2018 (pdf)
 
POSITION PAPER
     
1) Position Paper Economia Circolare (pdf)
2) Position Paper Decarbonozzazione (pdf)
  3) Position Paper Finanza Sostenibile  (pdf)   
  4) Position Paper Corporate purpose  (pdf)   
     
 
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Utilitalia Utilitalia per la Transizione Utilitalia & SDGs Valore Aggiunto Decarbonizzazione Economia circolare Digitalizzazione
  Integrazione della sostenibilità Diversity Salute e Sicurezza Leader della Sostenibilità Acqua Ambiente Energia  
                 
                 
HIGHLIGHTS 2020  

Nel 2020 il valore economico generato e distribuito agli stakeholder dalle utilities italiane al netto della spesa per i fornitori è stato di 11 miliardi di Euro, in crescita rispetto all’anno precedente. Anche in un anno pandemico, non si sono fermati gli investimenti: 4,5 miliardi di euro (oltre il 14% dei ricavi), di cui oltre 600 milioni nella decarbonizzazione, quasi 300 milioni di euro nella digitalizzazione e più di 180 milioni nell’economia circolare.

Il valore economico generato e distribuito agli stakeholder, pari a 11 miliardi di euro, tiene conto di quanto distribuito ai lavoratori, agli azionisti, alla Pubblica Amministrazione, ai finanziatori, alle comunità locali e reinvestito in azienda. Ad esso si sommano ulteriori 9 miliardi di spesa verso i fornitori, di cui quasi 5 miliardi verso fornitori locali.
Per quanto riguarda la digitalizzazione, gli investimenti sono stati pari a 287 milioni (contro i 342 milioni del 2019); oggi il 32% delle reti idriche risultano distrettualizzate, mentre i contatori intelligenti del gas sono circa il 68% dei contatori installati.
L’obiettivo di decarbonizzazione è fondamentale per le imprese associate: gli investimenti ammontano a 603 milioni (erano 450 nel 2019) e numerosi sono gli esempi concreti: dall’energia prodotta da fonti rinnovabili (46%) agli oltre 6mila mezzi a basso impatto ambientale (22% del totale, in crescita rispetto al 2019), principalmente utilizzati per la raccolta dei rifiuti.

Gli investimenti in economia circolare, seppure in calo, sono pari a 182 milioni, con un tasso di riciclo che arriva al 91% (in miglioramento rispetto al 78% nel 2019) che indica un maggiore recupero di materia avviata a riciclo e un tasso di recupero dei fanghi che supera l’87% (anche questo valore in miglioramento rispetto al 69% nel 2019).
Cresce l’integrazione della sostenibilità nel business: il 56% delle aziende associate pubblica – anche in assenza di obblighi normativi – un rapporto di sostenibilità, il 16% ha previsto una struttura dedicata alla sostenibilità e il 41% ha inserito degli obiettivi espliciti di sostenibilità all’interno del Piano industriale. Nell’ambito specifico della salute e alla sicurezza sul lavoro, si rileva che il 70% delle aziende monitora i near miss (i mancati incidenti), mentre sul fronte della parità di genere si registra una percentuale di donne nei consigli di amministrazione pari al 35%


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UTILITALIA
     
 

 
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UTILITALIA PER LA TRANSIZIONE

La Federazione ad inizio del 2021 ha predisposto il piano «Utilitalia per la Transizione» proponendo alle Associate di essere partner attivi di un’azione di sistema. Utilitalia intende essere un attore centrale nella transizione verso un’economia innovativa, digitale, sostenibile, fondata su criteri di circolarità e di basso impatto carbonico: ciò a vantaggio delle proprie Associate, dei loro stakeholder e del sistema economico e sociale del Paese.
 
ACCOUNTABILITY PER LA TRANSIZIONE
Evidenziare il contributo delle Utilities alla Transizione ecologica e digitale ed al raggiungimento degli SDGs.

DECARBONIZZAZIONE & CIRCULARITY

Progettare, lanciare e sviluppare un Hub di competenze specialistiche sulla decarbonizzazione e sull’economia circolare che favorisca lo scambio di esperienze tra le associate.

FINANZA PER LA TRANSIZIONE

Presidiare i rischi e le opportunità connessi alla strategia UE sulla finanza sostenibile e, in particolare, alla tassonomia, ai benchmark di carbonio e ai green bond.

PURPOSE AZIENDALE

Lanciare una riflessione sul Purpose delle aziende di pubblica utilità al fine di promuovere una crescente integrazione nel modello di business tra innovazione, sostenibilità e valore condiviso per gli stakeholder.

PUBBLICAZIONI 2021

   
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Utilitalia & SDGs


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VALORE AGGIUNTO
 
La valorizzazione degli aspetti locali è un elemento imprescindibile per un'evoluzione virtuosa e condivisa di servizi che, per loro natura, hanno un forte impatto sulla qualità dell'ecosistema e del territorio.
Le utilities si assumono la responsabilità di contribuire costantemente allo sviluppo dell'economia, del lavoro e della qualità della vita all'interno dei territori presidiati, attraverso una rilevante e crescente distribuzione di valore economico negli stessi. La territorialità diviene, quindi, asset fondamentale della strategia aziendale. La stretta relazione tra sostenibilità e strategia garantisce l'ottenimento di risultati di assoluto rilievo, sia in termini economici che in termini ambientali e sociali.
 
     
   
     
  I fornitori sono dei partner strategici per la crescita aziendale e rappresentano un ruolo chiave nella filiera del valore. L’obiettivo è quello di rendere i fornitori sempre più “locali” e sostenibili dal punto di vista ambientale e sociale. La gestione dei fornitori è un aspetto rilevante poiché incide sulla qualità del servizio oltre che sull’immagine aziendale. Una rete di fornitori locali rappresenta una grande opportunità e porta benefici tangibili in situazioni come quella che stiamo vivendo oggi, generando un importante volano per l’economia.  
     
   
     
  DECARBONIZZAZIONE  
 
Per affrontare la crisi climatica è necessario rendicontare anche le modalità di prevenzione e gestione dei rischi climatici e l’impegno nella transizione verso un’economia a basse emissioni di gas climalteranti. Come noto, i combustibili fossili sono la principale causa del riscaldamento globale e ridurre il loro utilizzo risulta quindi indispensabile per limitare l’incremento dei gas responsabili dell’effetto serra.

12,1 mln t/anno (Emissioni Scope 1)
1,3 mln t/anno (Emissioni Scope 2)
21,9 mln t/anno (Emissioni Scope 3)
603 milioni € (Investimenti per la decarbonizzazione)
6.000 (Mezzi a basso impatto ambientale)
46% (Energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili)
 
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  ECONOMIA CIRCOLARE  
 
L’economia circolare rappresenta una risposta a una serie di criticità con cui deve confrontarsi la società moderna: dalla progressiva scarsità di risorse alla riduzione delle emissioni in atmosfera alla riduzione nella produzione dei rifiuti e alla massimizzazione del recupero. Le Aziende nel corso degli anni hanno sviluppato strategie industriali improntate alla sostenibilità: dal recupero di materia ed energia dai rifiuti al ricircolo delle acque per gli autoconsumi delle centrali termoelettriche, al recupero di energia dai fanghi a valle dei processi di depurazione.

182 milioni € (Investimenti in economia circolare)
9,5 milioni m3 (Volumi biometano prodotto)
87 % (Fanghi recuperati)
91 % (Tasso di riciclo)
 
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  DIGITALIZZAZIONE  
 
L’impegno verso la digitalizzazione delle attività non rappresenta una novità. In molti settori, compreso quello delle Utilities, da tempo si assiste a una diffusione delle tecnologie digitali e delle relative applicazioni. L’emergenza sanitaria che ci ha colpito ha imposto alle aziende una improvvisa accelerazione nell’adozione delle tecnologie digitali. Ciò ha rappresentato l’occasione non solo per verificare l’efficacia di modelli organizzativi e operativi avanzati e virtualizzati, ma pure a evidenziare le ulteriori notevoli possibilità che la digitalizzazione può offrire per accrescere la capacità competitiva.

287 milioni € (Investimenti in digitalizzazione)
3,9 milioni (Clienti iscritti al servizio di sportello telematico)
19,7 milioni (Bollette emesse in formato elettronico)
68,2% (Contatori gas elettronici)
31,5% (Reti idriche distrettualizzate)
 
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  INTEGRAZIONE DELLA SOSTENIBILITÀ NEL BUSINESS  
 
L'integrazione della sostenibilità nel business a livello strategico e nei diversi processi operativi è una leva in grado di aiutare le aziende a raggiungere gli obiettivi di redditività di lungo termine, accrescendone la competitività e sostenendone la reputazione.

16% (Aziende con una struttura dedicata alla sostenibilità)

La strategia aziendale e i piani industriali devono essere integrati con obiettivi che prevedano aspetti di sostenibilità al fine di cogliere le nuove opportunità di business che possono scaturire sia dal mercato sia dal nuovo orientamento imposto dalle istituzioni europee e assunto dagli attori pubblici e privati.

35% (Aziende con obiettivi di sostenibilità nel piano aziendale)

Individuare nel piano industriale obiettivi raggiungibili, concordare gli indicatori di performance e misurarli periodicamente, adottare criteri ESG nella definizione degli obiettivi attribuiti alle funzioni-chiave nelle aziende costituiscono le attività e gli strumenti idonei a supportare il percorso che, muovendo dalla compliance, giunge fino alla strategia per la creazione di valore nel lungo termine.

56% (Aziende che redigono un bilancio di sostenibilità/DNF)
 
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  DIVERSITY  
 
L’affermazione di un modello di impresa sostenibile, innovativo, efficiente e industriale rappresenta uno dei valori fondanti di Utilitalia. Per avere successo ed essere portatore di sviluppo, tale modello richiede un’organizzazione del lavoro e politiche di selezione e gestione del personale che assicurino la crescita delle persone e la valorizzazione delle diverse professionalità e competenze.
Diventa in quest’ottica sempre più necessario nelle aziende il passaggio da una gestione ordinaria della diversità a una visione strategica che, con una logica inclusiva, e superando le tradizionali politiche per le pari opportunità, valorizzi le differenze di genere, età, abilità e cultura quali attivatrici di valore aggiunto, produttività, efficienza e innovazione.

23% (Presenza femminile)
28% (Presenza femminile nei Quadri)
17% (Presenza femminile nei Dirigenti)

Resta attuale l’importanza di valorizzare la diversità di genere, attraverso una logica inclusiva che superi la garanzia dell’uguaglianza, per altro non ancora soddisfacentemente raggiunta, e tenuto conto dell’avvicinarsi della scadenza degli obblighi derivanti dalla legge 20/2011. Il valore della Diversità va declinato concretamente, quotidianamente, strategicamente: le Aziende associate si impegnano a promuovere l’adozione e lo sviluppo di politiche di diversity management all’interno delle proprie associate. Il dato sulla percentuale di donne nel CdA è in linea con il dato nazionale (36,3%) ma ancora indietro rispetto all’obbligo fissato (40%).

35% (Percentuale di donne nel CdA)
 
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  SALUTE E SICUREZZA SUL LAVORO  
 
Le Aziende associate hanno tra i principi fondanti la prevenzione e la sicurezza sul lavoro: migliorare i comportamenti e accrescere la cultura aziendale a tutti i livelli organizzativi in materia di salute e sicurezza è un obiettivo costante. Prevenire e ridurre al minimo i rischi per la salute e la sicurezza è uno degli impegni delle politiche aziendali che si ispirano ai valori per lo sviluppo sostenibile espressi nell’Agenda ONU 2030.

6,8 (Indice di frequenza degli infortuni – settore energia)
9,3 (Indice di frequenza degli infortuni – servizio idrico)
50 (Indice di frequenza degli infortuni – servizi ambientali)
4,5 h/dipendente (Ore di formazione pro-capite erogate sulla sicurezza)
70% (Aziende che monitorano i near miss)

Operare al fine di rendere il luogo di lavoro più sicuro e più sano è fondamentale per migliorare la qualità e le condizioni di lavoro, ma anche per promuovere la competitività delle aziende. In questi anni sono state messe in atto diverse iniziative aziendali sul tema della salute e sicurezza sui luoghi di lavoro, in particolar modo per quello che riguarda la cultura della sicurezza e la consapevolezza del rischio. Queste iniziative, assieme a una continua attività di formazione e addestramento delle persone, a interventi specifici di miglioramento di mezzi e attrezzature, e a una puntuale attività di analisi e investigazione degli infortuni, hanno permesso di raggiungere importanti risultati.
 
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  LEADER DELLA SOSTENIBILITÀ  
 
Tra le imprese censite nel presente Rapporto sono state indagate alcune caratteristiche qualitative dell’organizzazione aziendale interna. Sono state così individuate quelle associate che hanno abbracciato una cultura di sostenibilità in modo più incisivo e consapevole e che hanno adottato strategie coerenti e conseguenti.
Definiti 4 fattori di sostenibilità – che comunemente ne rappresentano gli elementi qualificanti – sono stati individuati quei soggetti che ne soddisfano almeno 3 sui 4 previsti.
Dall’analisi del campione sono risultate 15 le Aziende cosiddette “Leader della Sostenibilità”
 
 
 
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Perdite idriche
La percentuale di acqua non fatturata rispetto alla quantità immessa in rete è dovuta a perdite fisiche reali (dovute a rotture di condotte od organi idraulici) o a perdite solo apparenti riconducibili a aspetti amministrativi (errori di misurazione dei contatori, errori nella stima del consumo presunto alla fine dell’anno solare, autoconsumi non rilevati, consumi abusivi); queste ultime si traducono in acqua che viene effettivamente erogata ma che non viene conteggiata ai fini della fatturazione. Le perdite sono direttamente connesse con lo stato di efficienza delle infrastrutture (reti acquedottistiche e misuratori), ovvero con il tasso di manutenzione e rinnovo della rete.
   
  PPer contenere le perdite idriche, i gestori provvedono alla manutenzione della rete arrivando anche a completi interventi di sostituzione delle tubature. Per il monitoraggio e l’individuazione delle perdite sono utilizzati sistemi di distrettualizzazione delle reti (ovvero la segmentazione della rete sul territorio) e di telecontrollo, che monitorano le variazioni nella pressione e nella portata.  
 
Qualità acqua potabile
In Italia l’ottima qualità dell’acqua destinata al consumo umano è garantita innanzitutto dall’eccellenza delle fonti, per l’85% proveniente da acque sotterranee: in profondità, infatti, l’acqua è filtrata naturalmente dal terreno e la contaminazione batterica risulta marginale. Prima di arrivare al rubinetto, l’acqua prelevata è sottoposta a rigorosi e continui controlli preventivi, svolti in contraddittorio dalle autorità sanitarie e dai gestori dei servizi idrici. Sono milioni i controlli che i gestori svolgono ogni anno in numerosi punti di prelievo della rete acquedottistica.
 
   
  La Commissione Europea ha introdotto la metodologia del Water Safety Plans (WPS) per la strutturazione delle attività di prevenzione e controllo finalizzate a garantire la migliore qualità delle acque potabili. I Water Safety Plan sono sistemi di prevenzione e sorveglianza recentemente elaborati dall'Organizzazione Mondiale della Sanità sotto forma di Linee guida non vincolanti: potenziano i controlli standard perché includono le anali sui rischi specifici in un determinato contesto, in modo che i controlli dei gestori e delle autorità sanitarie integrino i rischi generali con quelli specifici del singolo territorio e operino quindi un monitoraggio completo. Sulla base dei dati elaborati, i Piani di sicurezza dell’acqua sono stati adottati da 16 gestori, per un numero di utenti di circa 4,9 milioni.  
 
Investimenti pro capite

La sostenibilità economica dei servizi idrici si fonda sulla tariffa, ovvero sulle somme corrisposte dagli utenti con le bollette in cambio dei servizi di acquedotto, fognatura e depurazione. La tariffa, secondo il principio europeo della copertura integrale dei costi, comprende i costi operativi e di investimento del servizio. I costi sono riconosciuti da ARERA e dunque autorizzati in tariffa solo se considerati efficienti, a tutela cioè degli utenti e dell’economicità complessiva per il sistema.
 
   
  Gli investimenti realizzati nel servizio idrico, incrementati dall’avvio della regolazione del servizio da parte di ARERA nel 2012, sono arrivati ad un livello nazionale stimato per gli operatori industriali superiore ai 51 6 euro/abitante (Blue Book 2019). Il medesimo parametro relativo al 2020 delle aziende del campione Utilitalia è di 55,9 euro/abitante. Tra queste, le Aziende leader hanno realizzato investimenti per 58,5 euro/ abitante. La maggior parte degli investimenti realizzati sono stati destinati alla riduzione delle perdite, all’adeguatezza del sistema fognario e alla qualità dell’acqua depurata.  
 
● Qualità acqua depurata
La depurazione dei reflui collettati è un passaggio particolarmente delicato del ciclo idrico poiché impatta sulla qualità ambientale dei corpi idrici ricettori. In Italia, la quota di campioni di reflui depurati conformi è pari al 90,9% (dato 2019), a fronte di un obiettivo nazionale al 99%. La performance 2020 del comparto Utilitalia, risulta superiore rispettivamente al 92,2% per le aziende censite e al 91,1% per le aziende più sostenibili.
 
   
  La depurazione, in un’ottica di economia circolare e di uso efficiente delle risorse, potrà diventare non il processo finale ma quello intermedio nel ciclo degli usi dell’acqua. Il riutilizzo dell’acqua depurata per usi irrigui o industriali andrebbe incoraggiato anche attraverso misure incentivanti, che ne incoraggino l’uso in sostituzione di quella prelevata dalle riserve idriche.  
     
  ● Smaltimento fanghi in discarica
Dal processo di depurazione dei reflui deriva il flusso di acqua depurata da rilasciare nell’ambiente e un’ulteriore parte solida detta fanghi di depurazione. La produzione dei fanghi è tanto più abbondante quanto più efficace è il processo di depurazione realizzato.
 
   
  I fanghi di depurazione, in un’ottica di economia circolare, possono essere valorizzati quindi in chiave energetica come combustibile per la produzione di energia elettrica o termica, o attraverso la digestione anaerobica per la produzione di biogas che con l’upgrading viene raffinato in biometano che alimenta le flotte dei mezzi aziendali o viene immesso nei gasdotti nazionali.  
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Raccolta differenziata
Essenziale per avviare a un efficace valorizzazione dei rifiuti è la raccolta differenziata. Essa rappresenta la prima importante fase di molte filiere industriali del riciclaggio che si sviluppano proprio a partire dai materiali separati dalle utenze e poi raccolti, trasportati, selezionati e in alcuni casi anche trattati dalle Utilities. Elemento di raccordo tra una componente culturale (i cittadini che producono e conferiscono i rifiuti) e il sistema industriale che è chiamato a valorizzare questi flussi sono le imprese che gestiscono i rifiuti urbani e che ne rappresentano uno degli snodi più importanti della transizione verso un’economia circolare.
 
   
  Gli sforzi degli italiani nella raccolta differenziata devono essere premiati da un sistema che sia in grado di valorizzare al meglio i rifiuti. In quest’ottica, i dati dimostrano che la raccolta differenziata e gli impianti non sono due elementi contrapposti, e tra loro alternativi, anzi: i territori che registrano le percentuali più alte di raccolta differenziata, non a caso, sono proprio quelli in cui è presente il maggior numero di impianti.  
 
Smaltimento in discarica
La componente non riciclabile dei rifiuti raccolti è destinata a diverse modalità di trattamento, nella ricerca della migliore valorizzazione della risorsa, secondo una gerarchia che predilige sempre il recupero di energia attraverso la termovalorizzazione e solo in forma residuale allo smaltimento in discarica.
L’obiettivo europeo in materia di gestione dei rifiuti e di economia circolare impone che il ricorso alla discarica non ecceda il 10% dei rifiuti complessivamente prodotti entro il 2035. Tale soglia, particolarmente sfidante per alcune aree anche del nostro Paese, limiterà i conferimenti in discarica ai soli rifiuti non altrimenti recuperabili, quali le ceneri dei termovalorizzatori, porzioni di fanghi di depurazione dei reflui e altri scarti. Senza impianti per il trattamento della frazione organica e termovalorizzatori non è possibile chiudere il ciclo dei rifiuti in un’ottica di economia circolare.
 
   
  L’Italia presenta una carenza significativa di impianti di recupero dei rifiuti che rende difficile e spesso costoso chiudere il ciclo. Soprattutto in alcune aree del paese questa carenza è alla base di un ricorso ancora eccessivo alla discarica e all’esportazione di rifiuti. La non autosufficienza di questi territori rallenta quindi la transizione del Paese verso l’economia circolare e lo espone al rischio di nuove emergenze e procedure di infrazione da parte della Commissione europea.  
 
● Investimenti pro capite
Il settore rifiuti in Italia si sta avviando verso una serie di riforme strutturali ma restano ancora tante difficoltà da superare, soprattutto in merito agli investimenti per fronteggiare il fabbisogno impiantistico, l'abbattimento dei tempi e lo snellimento delle procedure autorizzative, l’accettazione sociale, il processo di governance locale e il superamento della frammentazione gestionale. Di fondamentale importanza la partenza dell’attività di regolazione dei rifiuti, che potrà fornire riferimenti certi agli operatori e porre le condizioni per favorire il miglioramento delle performance e contribuire a stimolare gli investimenti nel settore.
 
   
  Sono tuttavia le fasi di trattamento e smaltimento dei rifiuti quelle che necessitano investimenti aggiuntivi. Se è vero che la gestione dei rifiuti riveste un ruolo cruciale nella transizione verso un’economia circolare, è evidente l’importanza di soddisfare il fabbisogno di infrastrutture dedicate al trattamento e smaltimento delle frazioni differenziate e indifferenziate dei rifiuti, attraverso cui massimizzare il recupero di materia ed energia e minimizzare il ricorso alla discarica.  
 
Abitanti serviti da Tariffa puntuale
Il successo nella gestione del servizio dei rifiuti urbani è un banco di prova della qualità e dell’efficacia dell’azione amministrativa degli enti locali ed è un potente strumento per sensibilizzare le comunità locali sul rispetto dell’ambiente. Un elemento cruciale è rappresentato dal modo in cui il servizio è finanziato: sia l’esperienza internazionale sia la letteratura economica dimostrano che gli incentivi economici associati a schemi di tariffa puntuale inducono, da un lato, le famiglie a contenere la produzione di rifiuti e separarli con più attenzione, e dall'altro i governi locali a spendere in modo più efficiente le risorse a loro disposizione.
 
 
 
  319 Comuni a tariffa puntuale
4.4 milioni Abitanti serviti da tariffa puntuale

Il passaggio a tariffa puntuale offrirebbe dei vantaggi operativi: si consideri che la produzione di rifiuti comporta dei costi per la società nel suo complesso a fronte di un costo marginale nullo per gli individui se il servizio è finanziato tramite un tributo non commisurato alla quantità di rifiuti conferiti dall’utente. Questo disallineamento fra costo sociale e costo privato conduce a una produzione eccessiva di rifiuti da parte delle famiglie e a un utilizzo inefficiente delle risorse pubbliche.
 
 
● Quota rifiuto urbano conferito nei centri di raccolta
Il Centro di raccolta comunale, oltre che per il conferimento delle diverse frazioni di rifiuto differenziato, è un importante strumento per fornire servizi, informazioni e materiali utili ai cittadini per effettuare la raccolta differenziata sul territorio. Oltre ai vantaggi ambientali, il conferimento dei rifiuti nei Centri di Raccolta abbinato alla tecnologia, permetterebbe di premiare l'utente virtuoso con un risparmio economico.
 
   
  I centri di raccolta rivestono un ruolo ecologico fondamentale essendo in grado di soddisfare molteplici esigenze: rappresentano una fase intermedia nel sistema di gestione dei rifiuti, luogo dove gli utenti conferiscono i rifiuti già differenziati posizionandoli negli appositi contenitori di grande volumetria dove alcuni materiali vengono compattati e pressati per ridurne i volumi ottimizzando la fase di trasporto.  
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Energia elettrica prodotta da FER
Nel corso degli ultimi anni le fonti rinnovabili hanno confermato il proprio ruolo di rilievo nel panorama energetico italiano, trovando impiego diffuso sia per la produzione di energia elettrica, sia per riscaldamento e raffrescamento, sia come biocarburanti utilizzati nel settore dei trasporti.
 
   
  La produzione di energia da fonti rinnovabili è premessa indispensabile per la transizione energetica, poiché svolge un ruolo fondamentale nella salvaguardia ambientale grazie alla riduzione delle emissioni di gas a effetto serra. Se attualmente la produzione elettrica da fonti rinnovabili supera il 40% dei consumi finali lordi, nel 2030 la copertura dovrà arrivare al 55%, con un balzo atteso nella produzione rinnovabile a partire dal 2025, anno di abbandono della produzione nazionale da carbone.  
     
  Smart meter gas
Con il termine "smart metering" si intendono i sistemi che consentono la lettura e gestione a distanza dei contatori di energia elettrica, gas e acqua. I vantaggi dei sistemi di smart metering sono numerosi: oltre alla riduzione di costi per le letture e per le operazioni di gestione del contratto (es., cambio fornitore, disattivazione etc.) che possono essere effettuate in modo automatico a distanza, e con maggiore frequenza, senza un intervento in loco dell'operatore i sistemi di smart metering consentono altri vantaggi, che dipendono dal settore in cui sono applicati. Tra questi vantaggi vi sono:
migliore consapevolezza del cliente finale in relazione ai propri consumi e promozione dell'efficienza energetica e dell'uso razionale delle risorse;
migliore gestione della rete e migliore individuazione delle perdite tecniche e commerciali;
facilitazione della concorrenza per la possibilità di ottenere una lettura "una tantum" (al di fuori del ciclo di lettura usuale) in occasione del cambio di fornitore.
 
   
  Consentendo una lettura semplice e aggiornata, gli smart meter migliorano la consapevolezza del cliente finale in relazione ai propri consumi, promuovendo così l'efficienza energetica e l'uso razionale delle risorse.  
     
  Investimenti pro capite distribuzione energia elettrica e gas
I distributori di energia elettrica e gas sono i gestori delle reti in bassa e media tensione, proprietari dei contatori e responsabili delle consegne fino all’utente finale. Si tratta di un’attività particolarmente delicata, connessa alla sicurezza delle infrastrutture e delle abitazioni, alla continuità del servizio e all’obbligo di garantire l’equilibrio costante tra domanda (clienti) e offerta (produttori), che necessita di ingenti investimenti.
 
 
 
 
 
  Gli investimenti nelle reti non sono connessi solo alla transizione energetica. La crisi climatica in atto, ad esempio, ha modificato profondamente gli andamenti dei consumi stagionali (e dunque del bilanciamento tra domanda/offerta della rete). I distributori dell’energia sono quindi chiamati a definire strategie di adattamento e prevenzione per affrontare i fenomeni in atto, oltre che per mitigarne gli impatti. Le reti elettriche, infatti, costituiscono un capitale indispensabile allo sviluppo e al benessere delle società umane, che dovranno diventare sempre più resilienti per affrontare il nuovo scenario climatico.  
     
  Durata media (minuti) interruzione fornitura energia elettrica
Uno dei più importanti fattori di qualità del servizio di erogazione di energia elettrica è la continuità del servizio evitando le interruzioni nella fornitura. Le interruzioni possono avere varie origini (possono essere originate sulla rete in alta tensione e sulla rete di trasmissione nazionale o possono essere provocate da cause di forza maggiore o da ragioni esterne) oppure possono essere responsabilità dell'esercente.
 
   
  Viene confermato il buon livello della continuità del servizio di distribuzione di energia elettrica da parte dei gestori attestandosi, per l’indicatore relativo alla durata medie delle interruzioni, attorno ai 24 minuti per le aziende censite, con una performance leggermente inferiore per le aziende Utilitalia 15.  
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